LE CHIESE

 

 

Chiesa di San Martino

La chiesa parrocchiale, posizionata al centro del paese, con il fianco disposto lungo via Viotti e la facciata in via Marconi, fu edificata in stile normanno dopo che, nel 1011, Fontanetto passò sotto la giurisdizione dell'abbazia di Fruttuaria. Secondo un’antica tradizione il progetto originale dell’edificio di culto sarebbe stato opera dello stesso abate di Fruttuaria, abile architetto, Guglielmo da Volpiano. Dell'antica fondazione resta ancora il sontuoso campanile in stile romanico normanno, alto 56 metri e con la base quadrata di m. 7,30. La parrocchiale fu scelta come punto di riferimento centrale nella fondazione del borgo fortificato da Teodoro Paleologo all’inizio del XIV sec. Restaurata già nel '500, ricevette un nuovo soffitto a cassettoni decorati che, minacciando di crollo, fu sostituito con uno  in muratura nel 1793. Al ‘500 risalgono le decorazioni esterne ad affresco i cui resti sono ancora visibili lungo via Viotti, nel sottogronda (fascia di decorazioni raffiguranti cavalieri armati secondo il costume medievale) e in particolare sulla parete eretta a chiudere l'antico portale che si affacciava sull'antica area cimiteriale, su cui fu dipinta l’effigie di S. Cristoforo.

L’interno, a tre navate, è preziosamente decorato a stucchi settecenteschi: vi si possono ammirare  pregevoli arredi liturgici risalenti al XVII sec., in legno intagliato. Il pulpito fu realizzato a spese della comunità nel 1688 dall’intagliatore biellese Giovanni Antonio Fleggia: sostenuto da un gruppo di angeli, rappresenta nelle formelle le scene evangeliche dal concepimento all’infanzia di Gesù. Il coro, posto nell’abside dietro al settecentesco altare maggiore, si compone di diciassette stalli, undici dei quali coevi al pulpito e realizzati dalla stessa scuola biellese di Fleggia e Tempia, gli altri sei aggiunti nel 1791 a cura dell’artigiano Elia Giuseppe di Casale dopo l’ampliamento dell’abside in seguito alla sostituzione dell’altare maggiore. L’antica macchina d’altare in legno lavorato ad intaglio, che completava il gruppo degli arredi liturgici commissionati dal parroco Nobile Ovis nella seconda metà del ‘600, fu smembrata per essere sostituita dall’attuale nel 1787. Alcuni pannelli raffiguranti scene dell’Antico e del Nuovo Testamento costituiscono la base del banco dei ministri.

Nel catino absidale, recentemente restaurata a cura della fam. Guasco, campeggia la grande pala d'altare raffigurante l'Assunzione della Vergine con i Ss. Martino e Bononio, olio su tela del sec. XVIII.

Di particolare pregio, infine, all’interno della parrocchiale è il Crocifisso ligneo detto tradizionalmente “Signur gross” largo m. 1.60 per 1.58 di altezza: fu commissionato dalla Confraternita della S. Croce il 7 novembre 1585 all’artigiano Giovanni Francesco Biancardi di Trino. Restaurato nel 1894, vi furono aggiunti i quattro pannelli posti all’estremità della croce, raffiguranti alcune scene della Passione, e provenienti anch’essi dall’antico altare maggiore.

 

Chiesa di San Sebastiano

La sua costruzione risale al IX secolo, ma l’edificio subì successivi rimaneggiamenti che la condussero all’attuale stile gotico lombardo.

In origine fu intitolata al vescovo s. Martino di Tours, ma nel ‘400, fu consacrata a san Sebastiano, protettore, insieme a S. Rocco, contro le pestilenze.

Ha una superficie di m. 10x20 ed è considerata uno dei gioielli dell’architettura romanico-gotica del Vercellese.

La facciata a capanna è tripartita da due lesene, che danno l’illusione di una suddivisione interna in tre navate; sull’ingresso è ancora ben visibile l’arco di accesso ad ogiva leggermente strombato, che è stato modificato in tempi recenti per accogliere il semplice portone attuale. Lungo la cornice superiore della facciata, delle mura perimetrali e dell’abside è ancora perfettamente conservata la caratteristica decorazione ad archetti pensili intrecciati.

L’interno è a navata unica, con il soffitto a capriate restaurato negli anni ’50; sulle pareti laterali, numerosi affreschi, purtroppo in cattivo stato di conservazione, raffigurano teorie di Santi e immagini di Vergine col Bambino: sono databili tra la metà del 1400 e tutto il 1500. Assai più recente è la rappresentazione di un pregevole volto di Madonna visibile in capo alla parete laterale destra: fu disegnato durante la guerra del ‘15/’18 da un militare che trovò alloggio, insieme ad un gruppo di commilitoni, all’interno della piccola chiesa.

Dal 1928, per iniziativa della cittadinanza fontanettese, S. Sebastiano divenne sede di culto del martire romano s. Pancrazio (+ 304), la cui effigie è condotta in solenne processione ogni anno al 12 maggio.

 

Chiese del centro

 

Chiesa dei Santi Apostoli

Edificata in stile barocco tra il XVII  e il XVIII secolo e destinata a sede dell’omonima confraternita, la chiesa conserva al suo interno una grande pala d’altare ovale raffigurante i Ss. Pietro e Paolo ai piedi della Vergine Assunta; un angelo sorregge lo stemma gentilizio della famiglia Negri, che ebbe il patronato della chiesa. Lungo la cornice che corre attorno alle pareti della navata sono disposti i dipinti raffiguranti i dodici Apostoli, opera di un pittore casalese della fine del XVIII secolo.

 

Chiesa della Ss. Trinità.

La costruzione della chiesa iniziò nel 1488, e l'edificio di culto fu destinato a sede della Compagnia della Concezione della Beata Vergine, una confraternita di disciplinati già esistente prima del 1426. Nel 1523 subì un primo ampliamento grazie alle offerte dei fedeli. Il coro fu aggiunto nel 1596, dopo che, dodici anni prima, la Confraternita era stata aggregata all’Arciconfraternita della Ss. Trinità di Roma. All’interno si conserva una tela raffigurante Sant’Orsola, di Orsola Caccia. Di grande interesse è, soprattutto, la composizione scultorea raffigurante la Deposizione di Gesù dalla Croce, compresa, in origine, fra i primi cicli scultorei delle Cappelle del Sacro Monte di Varallo. Dagli atti della Confraternita si desume che fu acquistata dai confratelli fontanettesi nel 1568, dopo un pellegrinaggio a Varallo: le dieci statue erano state, infatti, messe in vendita dopo essere state sostituite da un nuovo gruppo scultoreo.

 

Chiesa del Carmine

Adiacente alla chiesa parrocchiale, nella piccola chiesa del Carmine (XVII sec.) si conservano una macchina d’altare barocca di forma piramidale in legno dorato e una tela d’autore ignoto raffigurante l’arcangelo Michele.

 

Chiesa di S. Rocco

La piccola chiesa di S. Rocco è posta simbolicamente all’estremità opposta del paese rispetto a S. Sebastiano, verso la strada che conduce a Livorno Ferraris, quasi a comporre con essa un perfetto baluardo contro le pestilenze e le malattie virali tanto diffuse nei secoli passati nelle campagne vercellesi. Nella sua attuale struttura fu completata nel 1759: a quell’anno, infatti, si data la porta di accesso. L’interno, spoglio, conserva oltre alla statua del santo, un dipinto, posto sopra alla porta d’ingresso, raffigurante il Transito di San Giuseppe con la Madonna e Gesù, anticamente appartenente al convento delle Suore Orsoline.

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